Convegno “Bambini per strada”
Venezia, 20/21 settembre 1994

I bambini hanno diritto alla città. La città, la ricchezza di occasioni di incontro e di avventura, di socializzazione e di scoperte che essa rappresenta, sono una risorsa essenziale per il loro sviluppo

La città moderna è nemica dei bambini. La città è diventata troppo spesso un luogo nel quale l’automobile prevale sul cittadino, la folla sull’2uomo sociale”, il forte sul debole, il ricco sul povero. Il bambino è minacciato nelle città normali e ancora piiù minacciato nelle metropoli e nelle zone di degrado dove dominano la criminalità, lo sfruttamento, la paura.

Non rinchiudete i bambini. Tentare di proteggere i bambini dal disagio provocato dalle metropoli di oggi rinchiudendoli in aree specializzate e segregate ne impoverisce la crescita e contribuisce a promuovere una condizione sociale sempre più dominata dall’individualismo.

E’ necessario che i bambini possano vivere la città. E’ necessario creare le condizioni perché i bambini possano sopravvivere nelle città di oggi, senza illudersi che per salvarli sia sufficiente rinchiuderli nelle istituzioni specializzate, e aiutarli a vivere meglio trasformando la città, rendendola amica dei bambini.

Sopravvivere nella città di oggi. E’ un problema grave ed urgente soprattutto là dove la povertà e il sovraffollamento, l’indebolirsi vincoli sociali e l’affermarsi delle regole della sopraffazione e della violenza rendono più acuto il disagio. Significative esperienze a Bombay, come a Tokio come a Napoli dimostrano che si può fare qualche cosa di utile anche nell’immediato. Occorre agevolare queste esperienze, agevolare le associazioni volontarie che lavorano in questa direzione, realizzare una rete di solidarietà e di sostegno che aiuti il bambino a vivere per strada, a esplorare e incontrare senza correre rischi eccessivi, a trovare protezione e rifugio quando gli sono necessari:

  • case dei Bambini: là dove necessario una rete di “case dei bambini” dove i bambini di strada possano trovare accoglienza e dove sia offerta una possibilità di formazione e di socializzazione;

  • centri di attività artistici: a disposizione della creatività dei bambini;

  • scuola porta aperta: la scuola rivolta all’esterno per raccogliere le attività extra scolastiche di gioco, sportive, di evasione, ecc.

  • attività di “cantastoria”: con connotazione pedagogica;

  • progetti di lavoro: che possono coinvolgere i bambini più grandi

  • controllo: non dei bambini ma delle condizioni nei quali i bambini vivono. Se le condizioni non fossero “adatte” non si devono allontanare i bambini ma mutare le condizioni.

Trasformate la città di oggi è un obiettivo irrinunciabile. Una città nemica dei bambini è una città nemica dell’umanità: i bambini sono il primo indicatore del disagio urbano. Trasformare la città perché i bambini possano vivere la strada significa rendere la città migliore per tutti. Molte piccole cose (molte cose importanti) si possono cominciare a fare subito, nella città esistente come nelle aree di ristrutturazione di nuovo impianto:

  • restituire i marciapiedi ai pedoni, liberarli dalle automobili e dal degrado, attrezzarli in modo che sia piacevole percorrerli d'estate e d'inverno, con la pioggia e con il sole;

  • restituire alle piazze la loro funzione, sottrarle al ruolo attuale di deposito di automobili o di nodo congestionato della circolazione meccanica, restituire lro le funzioni di rappresentazione e di gioco, di incontro e di divertimento;

  • Costruire nella città reti di itinerari protetti, soprattutto negli attraversamenti della rete carrabile, che colleghino tra loro tutti i luoghi che i bambini abitualmente frequentano o possono frequentare (le scuole, i gardini, i mercati, le sponde dei fiumi, i musei, i campi sportivi);

  • aprire per i bambini nuovi ampi spazi, mantenuti ma non recintati ne necessariamente custoditi, dove possono liberalmente giocare, scoprire la natura delle piante e degli animali, correre avventure, esplorare nuove possibilità di esprimersi;

  • realizzare una segnaletica più a misura dei bambini, che non sia cancellata o annegata da quella, oggi prevalente, per l’uomo-automobilista e per l’uomo-compratore, una segnaletica pensata e realizzata per i bambini e (perché no?) dai bambini;

  • la progettazione urbanistica non deve puntare ad “una città per i bambini” ma ad una città nella quale i bambini abbiano diritto a viverla;

  • rilanciare i giochi di strada, non solo il calcio, rendendo i luoghi urbani adatti e sollecitando i bambini a usarli con opportunità, creatività, e con modesti conflitti con gli altri utenti.

Bambini per strada è un progetto ambizioso che ogni amministrazione dovrebbe elaborare secondo le necessità determinata dalla singola città.

 


 La città possibile - I diritti dei bambini